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Insediamento: ORTE, S.

 

ORTE, S. Agostino (1274 – 1873)

 

La chiesa di Sant'Agostino fu costruita dai Frati Agostiniani tra la chiesa di Santa Croce (accanto alla quale era stato eretto l'oratorio di Santo Egidio), e l'ex palazzo della Comunità, innalzando inoltre la Torretta di ingresso e trasformandola in campanile. La chiesa era già in funzione nel 1335 come attesta un atto notarile. Ne risultò così un complesso sacro piuttosto strano, composto di tre ordini di edifici diversi e irregolari: la chiesa di Santa Croce, chiamata ufficialmente chiesa del Crocifisso, la Cappella di Santo Egidio, il cui culto era affidato alla medesima compagnia, leggermente più alta e più stretta e infine la chiesa di Sant'Agostino, addossata da una parte al muro esterno dell'oratorio di Santo Egidio e dall'altra al Palazzo della Comunità, diventato oramai convento. L'abbattimento del muro che separava le due chiese dovette avvenire per maggiore comodità dei frati che divennero anche cappellani dell'Ospedale di Santa Croce, collocato al di là della sagrestia di questa chiesa. Della chiesa di Sant'Agostino sono notevoli: l'altare del Rosario, la cui pala in legno, con l'immagine della Madonna del Rosario circondata da 15 pannelli rotanti con la rappresentazione dei 15 Misteri, è opera di Giorgio da Orte, un pittore che morì assai giovane e lasciò un grande rimpianto. Una lapide accanto documenta che quell'altare era stato eretto nel 1571, l'anno stesso, cioè, della Battaglia di Lepanto, che diede l'avvio alla diffusione del culto della Madonna del Rosario. Particolare importanza, dal punto di vista artistico e religioso, è il Crocifisso collocato a fianco, capolavoro di scultura in legno di fine '400, di accentuato realismo, con il corpo scarno, il capo staccato dalla Croce, gli occhi sbarrati, la bocca semiaperta, quasi che l'artista l'abbia voluto rappresentare, e v'è davvero riuscito, appena un attimo prima dì reclinare il capo, dopo aver gridato a gran voce: "Padre a Te affido la mia vita". Della Cappella di Santo Egidio è notevole la struttura architettonica dell'altare. Opera dell'architetto ortano Francesco Veramici nell'anno 1731. Originariamente la nicchia ove era collocata la statua del santo, (ora trasportata in Cattedrale), era chiusa dalle Tavole di Santo Egidio che facevano da sportello. Secondo il Faldi, erano opera del Maestro di Chia, dipinte tra il 1470 e il 1480. Ora sono conservate nel Museo Diocesano di Arte Sacra. (ROCCO RONZANI)



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